Spesso è più facile tagliare lo stelo dove riposa il soggetto e fissarlo su un cavallettino, spostando poi il tutto dove lo sfondo ci è più congeniale, ma a volte questi soggetti cadono dal loro posatoio alla minima vibrazione e non è più possibile riposizionarli. Quindi prima si prova a riprenderli nella posizione originale, come in questo caso, dove il cavalletto ad apertura totale delle gambe mi permette di posizionarlo più basso possibile. In questa posizione diventa scomodissimo guardare nel mirino o nello schermo liveview, quindi un accessorio che io consiglio è il mirino angolare che permette un agevole visione senza spezzarsi la schiena.
Lo stelo ondeggiava e non permetteva tempi lunghi di esposizione dovuti alla zona buia per cui si è reso necessario fermarlo con una molletta addosso ad un piccolo cavalletto.
Ma questo articolo vuole anche farvi vedere la differenza tra luce naturale e luce “studiata” per far risaltare il soggetto rispetto lo sfondo. Il solito ombrello bianco e relativo pannellino di alluminio hanno pemesso, a mio parere, di illuminare il soggetto da poterne ammirare ogni dettaglio. Inoltre con PhotoShop ho tolto lo stelo in diagonale che a mio avviso sporcava l’inquadratura. Avrei potuto tagliarlo con le forbici, ma rischiavo di far cadere il mio piccolo animaletto.
Dati di scatto:
Canon EOS 40D, ob. Sigma 180 macro, 1/3sec, f/16, 100 iso,
presollevamento dello specchio, scatto remoto.